Costruiamo anche in Italia dal 15 al 21 maggio: la Settimana di lotta Contro la Repressione in India
Opporsi e resistere alla repressione del governo indiano contro i movimenti popolari!
Fermiamo il barbaro massacro contro i rivoluzionari in Andhra Pradesh e in tutta l'India!
Iniziative al Consolato Indiano di Milano e all'Ambasciata a Roma, il 20 maggio prossimo
Il venti aprile scorso il Forum di Resistenza di tutti i popoli dell'India (AIPRF) e il Forum di lotta per la Resistenza Popolare (SFPR) hanno lanciato un appello internazionale per una settimana di lotta contro la brutale repressione che in tutti gli stati dell'India sta colpendo rivoluzionari, organizzazioni di massa, semplici operai e contadini, nazionalità oppresse.
Un massacro quotidiano che colpisce ogni opposizione in tutti i settori della società indiana, perché reazionari e imperialisti, qualsiasi maschera "democratica" portino, sanno bene che solo la con soppressione di ogni resistenza e lotta, anche non armata, possono imporre i programmi di libera penetrazione e rapina imperialista sfrenata che chiamano "globalizzazione".
Sanno anche che per il sistema imperialista mondiale c'è in quella regione un pericolo mortale: il contagio della guerra popolare. La guerra popolare che in Nepal ha lanciato la sua offensiva strategica e marcia verso la conquista del potere, mentre in India dura da decenni in forma embrionale in diversi stati e raccoglie.
Per questo, in un contesto di repressione indiscriminata, è contro tutti i rivoluzionari, e contro i maoisti in particolare, che si concentra la ferocia di tutti gli stati che compongono l'India, compresi quelli governati da coalizioni di "sinistra" e perfino, come nel caso del West Bengala da un partito "comunista marxista".
Il "dialogo" coi movimenti e partiti armati, per discutere le loro "istanze socioeconomiche" che il governo indiano di Manmohan Singh dice di cercare non è che un ultimatum a capitolare e integrarsi nella sua politica reazionaria. Chi non accetta di arrendersi è colpito in modo vile e feroce. Perfino gli emissari dei partiti rivoluzionari con cui erano stati avviati colloqui sono stati arrestati illegalmente, come illegalmente sono stati arrestati e deportati in Nepal, centinaia di rivoluzionari nepalesi, consegnati nelle mani del tristemente noto Esercito Reale del re fratricida a golpista Gyanendra.
Facciamo quindi appello a tutte le forze e i compagni solidali con le lotte di liberazione dei popoli oppressi, alle forze e compagni attivi contro la guerra e la globalizzazione imperialista a raccogliere l'appello che ci viene dai compagni indiani a concentrare nella settimana tra il 15 e il 21 maggio iniziative di controinformazione e lotta per smascherare quella che si dipinge come la "più popolosa democrazia del mondo" e fermare la sua mano sporca del sangue dei nostri compagni e del suo stesso popolo.
Ovunque ci siano rappresentanze diplomatiche di questo stato assassino, ovunque ci siano compagni che non restano sordi al "rombo di tuono" della rivoluzione in sud Asia, ovunque sia possibile, uniamoci e mobilitiamoci contro lo stato espansionista e filo-imperialista indiano, in solidarietà con i rivoluzionari e i popoli in lotta in India e tutto il sud Asia.
Rompiamo il silenzio sul massacro di rivoluzionari e masse in lotta in India!
La lotta di liberazione dei popoli non è terrorismo!
Ribellarsi è giusto!
proletari comunisti
comitati solidarietà Nepal
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